[…] In greco, entheos significa letteralmente “dio (theos) dentro”, ed è una parola che si utilizzava per descrivere lo stato nel quale ci si trovava quando si era ispirati e posseduti dalla divinità entrata nel proprio corpo. Si applicava alle trance profetiche, la passione erotica e la creazione artistica, così come a quei riti religiosi nei quali gli stati mistici erano sperimentati attraverso l’ingestione di sostanze che erano transustanziali con la divinità. In combinazione con la radice gen-, che denota la accezione di “divenire”, questa parola compone il termine che stiamo proponendo: Enteogeno.
[…] Possiamo parlare di enteogeni o, come aggettivo, di piante o sostanze enteogeniche.
In senso stretto, solo quelle droghe che producono visioni e che si può dimostrare siano state utilizzate in riti sciamanici o religiosi, potremmo definirle enteogeni.
In senso più ampio, il termine potrebbe essere applicato anche ad altre droghe, sia naturali che artificiali, che inducono alterazioni della coscienza, simili a quelle che sono state documentate circa l’ingestione rituale di enteogeni tradizionali.
R. Gordon Wasson, Albert Hofmann, Carl A. P. Ruck, Il cammino a Eleusis, una soluzione all’enigma dei Misteri. (appendice Enteogeni) 1978