Hypermemestitions, performance

sabato 16 giugno, ore 19.30
per ‘téchne e stati modificati di coscienza‘ Unit hacklab
presenta la performance:

Hypermemestitions

Magia memetica, iperstizioni e viaggi nel tempo.
Mente alveare, inconscio collettivo e nascita di mitologie.
Paradosso del giocatore e reality tunnel.
Normificazione del proletariato o meme prodotto medio-borghese?
Il tutto in forma circolare (spazio-temporale: hash table o linked list).

Unit è un hacklab che nasce nel 2016 dall’incontro di reduci del Loa e
giovani dispersi, ha una sua materializzazione fisica entro le mura di
Macao.
Dal manifesto: Noi abbiamo sempre nutrito il sogno di una cosa, ma oggi abbiamo scelto di diventare coscienti.
Non vogliamo tutto e subito e non abbiamo fretta, ma aspettiamo una
risposta per domani mattina.

Maurizio Abate, live concert

venerdi 15 giugno ore 23.00
téchne e stati modificati di coscienza prosegue con il live concert di:

Maurizio Abate

Chitarrista e sperimentatore milanese attivo da oltre 15 anni, spazia in ambiti che vanno dal folk all’improvvisazione, dalla psichedelia al blues più trasfigurato.
A Saperiproibiti III propone una meditazione elettronica (di Tangeriniana memoria) per ghironda processata, armonica ed electronics.
Come in un processo di decantazione, le lunghe note dello strumento medioevale proveranno a veicolare le menti in uno stato di quiete attraverso il distacco temporaneo dai pensieri razionali e l’abbandono al flusso sonoro.

Psilocoltivazioni di coscienza

venerdi 15 giugno alle 16.00
iniziamo téchne e stati modificati di coscienza con

Psilocoltivazioni di coscienza
workshop a cura di xo00

“E’ tempo di seminare, inoculare il germe dell’autoproduzione, la spora dell’autonomia psichica ed il visus dell’autogestione che ci siamo coltivati in vitro, è tempo di diffondere il morbo terrificante della mutazione nei tessuti esangui e necrotici di questa civiltà
HighTech & LowThought.
Considerateci degli untori, siate untori voi stessi: in virus veritas.

FRNK / Green Power


Saperi Proibiti 2

enteogeniE

Sul tema degli enteogeni si è scritto e parlato molto, sia in relazione al loro uso tradizionale, che alla diversità delle esperienze contemporanee.

Un tema che viene raramente toccato è il rapporto tra queste esperienze, il contesto sociale in cui avvengono e la visione sociale che eventualmente ne consegue. Quali strutture sociali caratterizzano le popolazioni che fanno un uso ritualizzato di enteogeni? Quali strutture sociali caratterizzano le popolazioni che fanno un uso “privato”(underground) di enteogeni? Quali riflessioni sul rapporto tra individuo e collettività vengono stimolate da questo tipo di esperienze?

Il richiamo alla dimensione spirituale insita nelle esperienze con gli enteogeni include necessariamente la possibilità di una trasformazione del mondo sociale? Esiste una relazione tra la conoscenza della realtà e l’assunzione di enteogeni?  In quale modo conosciamo la realtà attraverso l’uso di enteogeni e come e perché questa conoscenza influenza il nostro modo di vivere ed eventualmente cambiare il rapporto col quale viviamo nella società? Esiste una relazione tra idee libertarie di organizzazione della società e l’assunzione di enteogeni? È l’assunzione di enteogeni a portare verso forme di organizzazione sociale più o meno libertarie oppure sono gli esseri umani che utilizzano gli enteogeni come strumento di conoscenza ad essere spinti da uno spirito più o meno libertario?

L’intento di questo convegno è dunque quello di costruire un percorso storico-antropologico-sociologico ed epistemologico che possa aiutare a capire meglio la relazione esistente tra l’utilizzo di queste sostanze e le culture e le forme di organizzazione sociale che vengono prodotte da chi compie queste esperienze.

L’attenzione ai contesti di utilizzo di queste sostanze ci aiuta a cogliere il diverso peso giocato dagli aspetti culturali (delle popolazioni o subculture che assumono enteogeni) e da quelli psico-fisiologici (della sostanza che agisce nei corpi) nel dar forma a filosofie o organizzazioni sociali libertarie, spirituali o conservatrici a seconda dei casi. Per questo motivo ci interessa capire cosa succede quando passiamo da contesti tradizionali in cui l’uso di enteogeni è associato a forme rituali collettive (d’iniziazione, di guarigione, ecc.) a contesti sociali in cui le esperienze diventano di tipo più o meno underground. Questo perché appare evidente che le forme di socializzazione delle conoscenze acquisite durante il viaggio enteogenico sono sostanzialmente diverse: nel primo caso abbiamo contesti sociali in cui l’esperienza è inserita in un “contenitore” culturale, spesso anche religioso, che contribuisce a dare un senso specifico, spesso “guidato” da valori socialmente condivisi, all’interpretazione del viaggio; nel secondo caso invece siamo di fronte a sperimentazioni, esperienze che non necessariamente si inseriscono in alcun tipo di narrazione, ma che contestualmente producono pensiero su ciò che le esperienze con gli enteogeni significano e lasciano.

In un momento storico come quello attuale, interrogarci su come il contatto con la “divinità” promesso dall’esperienza enteogenica possa contribuire a una visione alternativa della società, può rappresentare un passo avanti nell’analisi del fenomeno, prendendo spunto proprio da quelle tradizioni che hanno fatto di tale esperienza una componente essenziale del loro vivere collettivo.

Il seminario partirà da un’analisi delle componenti psico-fisiologiche dell’esperienza, per poi passare a una rassegna etnologica dei fenomeni di uso ritualizzato, fino alle modalità di approccio contemporanee a queste piante o sostanze.

Lo stile del seminario sarà di tipo partecipativo, al fine di stimolare la discussione e l’emergere di punti di vista differenti.

Come arrivare

location: csa barattolo · via dei mille 130, pavia

dalla stazione: bus 3 (3 fermate), scendere in zona p.za della vittoria e
prendere il bus 1 direz. san martino (4 fermate), scendere,
a 100 mt dopo i portici siete arrivati

in auto da milano: prendere l’autostrada mi-ge e uscire a bereguardo,
prendere la superstrada direz. pavia, a pavia prendere la tangenziale direz. borgoticino,
poi la statale dei giovi direz. pavia, al bivio girare a destra e al semaforo andare dritto,
a 200 mt sulla destra siete arrivati

program

SABATO 8 SETTEMBRE 

                                                
dalle 14.30 alle 20.00                                                    

Conferenza

STATI DI COSCIENZA.

Riflessioni sulle dimensioni sociali della conoscenza nell'uso e sperimentazione di sostanze psicotrope.

 

Interverranno:

14.30 – Presentazione dell’evento a cura di MEAn- Mutameneti Etno-Antropologici

14.45 – Paolo Magaudda – Ricercatore Universita' di Padova

"L'esperienza nascosta: come si puo' non parlare del rapporto tra giovani, musica e droga"

15.45 – Luca Isabella – Associazione Cosmic Egg – www.cosmicegg.org

"La chimica della dipendenza" 
 
16.45 – BREAK
 
17.15 –  Antonino Napoli – ricercatore
“Psichedelia, gnosi e potere”

19.15 – Tavola rotonda con aperitivo –

modera Bertram Niessen – ricercatore in Sociologia – Università Bicocca – Milano

dalle 20.00
Cena a buffet


dalle 22.00 alle 00.00

Proiezioni video

22.00 – “Siamo fatti così”- Documentario antiproibizionista
dell’associazione Polivisioni e del gruppo MDMA (Movimento Di Massa Antiproibizionista)- Bologna

Dibattito


 
dalle 00.00 alle 06.00
Musica elettronica – A cura di OTOLAB -Milano
 
Main stage

Bacillu
electro – minimal techno

Tonylight (otolab)
acid techno live set

Mud (otolab)
tech-house dj set

Menthos (otolab)
electro-house dj set

Chill out – Camping & Sleep-in nel parco

The Delysid Trio (otolab)
psichedelic ambient audiovisual set

Sn+maikko (otolab)
"marco l'organico e massi l'inorganico"
live experimental

 
DOMENICA 9 SETTEMBRE

dalle 11.00
Videoproiezioni  da definire

 
dalle 14.00
Workshops

14.00 – “Aspetti legali nell’uso e detenzione delle sostanze”

15.00 – Lorenzo Bertazzoni – Psicologo
“Riduzione dei rischi nella pratica e nell’uso delle sostanze”

16.00 – “Workshop culinario”

17.00 – Bertram Niessen e Luca Pertegato – Artisti – (Otolab) 
“Stati di coscienza e stimolazioni audiovisive”


APERITIVO e CHIUSURA


FREE CAMPING AREA
(portati il sacco a pelo)

abstract interventi

ABSTRACT


 

DALL’OPPIO DEI POETI ALLA  BEAT GENERATION.

Microstoria delle sostanze nella società occidentale

di ROBERTO PAGLIARA

 ’impiego delle droghe risale alla più lontana antichità, ma la riflessione sui loro effetti specifici avviene soltanto in epoca relativamente recente in occidente: agli inizi dell’Ottocento. Sono gli scrittori inglesi e, ancor più, quelli francesi con i loro testi a richiamare l’attenzione in particolare sull’oppio, noto già in precedenza come sostanza euforizzante, che stordisce la mente con idee e piaceri che ammaliano. Da questo momento in poi si svilupperanno i concetti di “droga” e “tossicodipendenza”, di cui nel Novecento sono stati esaltati sempre più i caratteri negativi e problematici, tanto da generare leggi sempre più restrittive e il passaggio dall’uso come autocura ad una sempre maggiore medicalizzazione del consumo. Da un mercato libero si è via via passati ad un mercato controllato da lobbies farmaceutiche e mediche.  I proibizionismi che ancora sopravvivono, però, non hanno impedito ad artisti e ricercatori di sperimentare stati modificati di coscienza utilizzando droghe legali e illegali, le quali hanno influenzato in vari modi le diverse espressioni artisiche. Sin dagli inizi del secolo scorso i riferimenti diretti e indiretti alle sostanze sono evidenti nella musica, nella letteratura e nell’arte. Le sostanze si diffondono sempre più in differenti tessuti sociali, nascono culture e movimenti spesso stigmatizzati per i loro comportamenti individuali e collettivi. E’ accaduto ai jazzisti neri, prima, e a tutti i movimenti giovanili successivi. Intanto, però, la pubblicità dei farmaci induceva legalmente al consumo, che poi diveniva uso o abuso a scopi ricreativi. Lo dimostra, per esempio, l’enorme diffusione di prodotti anfetaminici che dagli anni ’30  invasero il mercato statunitense e poi il resto del mondo.

Se gli scrittori ottocenteschi hanno contribuito, in particolare con i Paradis Artificiel di Baudelaire, alla fascinazione e alla condanna della droga, la Beat Generation ha scardinato con la poesia schemi obsoleti e prodotto nuove conoscenze attraverso la sperimentazione.  A seguire, poi, l’avvento delle nuove generazioni degli anni sessanta ha prodotto un legame sempre più stretto con le sostanze illegali (anche con un significato di forte contrapposizione al potere del mondo adulto) la cui maggiore espressione è stata certamente la musica. Al contempo, però, si è diffuso enormemente il consumo e l’abuso di sostanze legali come i farmaci (si pensi a Mother’s little helper dei Rolling Stones, dedicato al Valium), i cui effetti collaterali non sono meno pericolosi di altre droghe. Fino ai giorni nostri troviamo nelle arti, in particolare la musica, molti riferimenti a farmaci come a sostanze illegali, il che dimostra anche come nonostante le molte leggi restrittive, il mercato sia cresciuto arricchendo le diverse mafie mondiali.

Il presente percorso intende mettere in evidenza le molte contraddizioni esistenti sul tema. Sono queste ultime, nel tempo, ad aver generato nella cultura occidentale molta disinformazione. Oggi, si continua a ragionare del pericolo delle sostanze, senza rendersi conto che esse sono sì pericolose ma non quanto la fascinazione e la seduzione di cui sono portatrici. E in questo i media, la pubblicità e tutto il sistema consumistico non fanno altro che veicolare messaggi e indurre al consumo di qualsiasi cosa, droghe comprese (le pubblicità sono piene di riferimenti chiari o meno a stati alterati simili a quelli indotti da sostanze).

E’ necessario andare oltre il punto di vista sanitario e sociale, ovvero integrare sempre più il punto di vista culturale, con lo scopo di togliere alle droghe quell’alone di mito che, appunto, le rende così appetibili. Inoltre, occorre considerare anche un altro aspetto che sempre più emerge: le sostanze vengono spesso usate non tanto per la ricerca di stati alterati, di fuga dalla realtà per dirla con Tolstoj, ma come necessità di riuscire a stare dentro a questa realtà, diventata faticosa per molti.

Costruire cultura intorno ad un tema di grande attualità significa fare prevenzione, da una parte, e riduzione del danno dall’altro. Su questo argomento non possono e non devono regnare le ideologie, ma un sano pragmatismo che aiuti soprattutto i più giovani a orientarsi in questo mondo sempre più complesso.

 

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 Psichedelia, gnosi e potere 

Di CYBORG

 

–         Archetipologia e mitografia del medium psicoattivo che dona conoscenza/immortalita';

–         Antropologia delle religioni ed utilizzo rituale delle droghe;

–         Stati di coscienza e repressione sociale;

–         Sciamanismo preistorico e pratiche (neo)primitiviste di liberazione dell'essere stregoneria, voodoo, tarantismo, thelema, rave, ecc.)

 

Riferimenti bibliografici: jung, campbell, eliade, artaud, gurdjieff, crowley, parinetto, foucault, deleuze, zerzan e  leary.

 

 

Call

Riflessioni sulle dimensioni sociali della conoscenza nell'uso e sperimentazione delle sostanze psicotrope.

In Italia la confusione volutamente creata nel dibattito pubblico isituzionale intorno al problema del consumo di 'sostanze stupefacenti' rende oggi sporadica e difficoltosa per molti 'consumatori', la possibilità di riflettere criticamente e collettivamente sulla natura sociale dei saperi, teorici o incorporati, legata all'assunzione di droghe.  La dimensione  della conoscenza non solo viene sottovalutata, ma addirittura rimossa dai discorsi istituzionali sulle droghe, e vale la pena chiedersi in che termini e con quali conseguenze per la società. Tollerare di principio il consumo e punire di fatto ogni azione legata all'acquisizione e uso pubblico delle sostanze, significa sottrarsi ad una responsabilità sociale e politica. L'esclusiva concessione dell'uso privato delle sostanze (ovvero l'obbligo di consumarle privatamente e individualmente) non fa che negare la dimensione sociale del loro consumo, il cui riconoscimento è fondamentale nel controllo e contenimento dei fenomeni sociali negativi legati all'abuso di stupefacenti. Solo di recente si sono affermate politiche di riduzione del danno basate sulla comunicazione (che è un aspetto distributivo della conoscenza), ma anche in questo caso si è riaffermato il principio della pericolosità e nocività delle droghe, selezionando nozioni standardizzate, di  carattere teorico-informativo e per lo più relative agli effetti negativi delle droghe.

Eppure, come è risaputo, in molte società studiate dagli antropologi (culture locali ed esotiche del passato e del presente, ma anche sub-culture contemporanee) la socializzazione e uso pubblico delle droghe allucinogene non solo produce l'effetto un maggiore controllo sui possibili abusi individuali, ma annovera tra i suoi scopi sociali primari l'estensione e la trasmissione della conoscenza, la valorizzazione dei significati e delle pratiche condivise, l'espressione e cura dei disagi individuali.  Come per altri elementi del mondo naturale e culturale, gli esseri umani hanno appreso e cumulato nozioni teoriche e saperi pratici sulle caratteristiche psicoattive e modalità di preparazione e assunzione delle sostanze psicotrope, anche dopo la scoperta e diffusione delle droghe sintetiche. Le droghe, la loro classificazione, la loro manipolazione, le circostanze ambientali e rituali e relazionali del loro utilizzo, i loro effetti positivi e negativi, le modificazioni da esse prodotte sull'equilibrio psico-fisico dell'organismo umano, sono stati oggetto di esplorazione, anche metodica, in vari contesti culturali.  E' proprio questo spazio strategico della ricerca e dell'esplorazione che il discorso istituzionale sulle droghe ha storicamente azzerato. Disinformando la gente, spaventandola, reprimendola. 

L'oscuramento istituzionale dei saperi pubblici e condivisi sulle corrette pratiche di utilizzo di molte droghe e ancor di più sulle tecniche mentali e rituali necessarie al controllo dei loro effetti, impedisce di vedere come il nostro stesso consumo sia il prodotto di queste pratiche e di questi saperi. In essi, come in ogni sapere, sono ricomprese le dimensioni intersoggettive della ricerca, della sperimentazione, della comparazione, del metodo, della scoperta, della comunicazione. Se ci fosse concesso di parlare di questi saperi e pratiche come di un patrimonio, potremmo dire che quest'ultimo è stato disperso nel tempo e nello spazio, e che nelle società contemporanee i tentativi di conservazione, ricostruzione, tutela e innovazione, seppur presenti, sono ancora troppo rari, in molti casi inconsci, e quasi sempre repressi.

 E' dunque importante discutere delle trasformazioni che la pubblica condivisione di questo patrimonio potrebbe apportare non solo nella lotta ai disagi prodotti dall'abuso di sostanze, ma anche nella costruzione di soggettività contemporanee aperte, consapevoli, capaci di controllare i propri processi psichici al di là dell'esperienza ordinaria, di considerare criticamente le circostanze e le conseguenze dell'assunzione, e dunque di espandere gli orizzonti relazionali, emotivi ed intellettuali in modo costruttivo.

L'appello per una riabilitazione ed esplicitazione dei saperi legati all'uso e sperimentazione di sonstanze psicoattive attraverso la comparazione dialettica tra casi individuali e collettivi, presenti e passati, locali o distanti,  rappresenta dunque una sfida pubblica, un confronto aperto tra i consumatori, al di là degli stereotipi dell'evasione e dello 'sballo'. Si tratta della rivendicazione attiva di un diritto, verso l'unificazione delle esperienze, e in vista della  costruzione, fruizione e trasmissione di una 'cultura pubblica delle droghe', in cui il ruolo dei consumatori, da latente, diventi manifesto e sia supportato dalle istituzioni. Porre il problema in questi termini nel dibattito sulle droghe è un impegno pubblico, è l'espressione di una visione collettiva da sempre sommersa e ora pronta ad affiorare. Ed è anche una responsabilità inevitabile a cui oggi è sempre più rischioso sottrarsi, sia come consumatori critici che come cittadini.